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Costi badante convivente: ore e spese totali

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Sapere quanto costa una badante convivente è una delle principali necessità di chi deve garantire assistenza continuativa a un familiare. Il costo finale non riguarda solo lo stipendio, ma anche contributi, vitto e alloggio, ferie, tredicesima e variabili che cambiano in base al livello contrattuale. La figura convivente segue un contratto diverso rispetto alla badante non convivente. Scopriamo di più.

Quanto costa una badante convivente: stipendio base e costi complessivi

Il costo della badante convivente dipende prima di tutto dal livello contrattuale previsto dal CCNL domestico. In genere le badanti conviventi rientrano nel livello CS per persone non autosufficienti o BS per persone autosufficienti. La retribuzione non è oraria ma mensile, perché la convivenza comprende anche vitto e alloggio.

Lo stipendio mensile base (al netto delle variazioni regionali e degli scatti di anzianità) si colloca indicativamente in queste fasce:

  • Livello BS (autosufficienza): circa € 900–1.050 al mese.
  • Livello CS (non autosufficienza): circa € 1.050–1.250 al mese.

A questo importo si aggiungono:

  • indennità di vitto e alloggio, se non forniti in natura;
  • tredicesima;
  • contributi INPS, che variano in base alle ore e al livello;
  • eventuali straordinari.

Il costo mensile totale per una badante convivente in regola si colloca di solito tra € 1.300 e € 1.700, ma può crescere nelle situazioni di maggiore assistenza o presenza notturna strutturata.

Ore di lavoro della badante convivente e gestione delle 54 ore settimanali

Una badante convivente ha un orario definito dal contratto collettivo: 54 ore settimanali, generalmente distribuite in:

  • 10 ore al giorno dal lunedì al venerdì,
  • 4 ore il sabato.

Non significa che la badante lavori 24 ore su 24, la convivenza riguarda la presenza in casa, non la prestazione continuativa. L’assistenza notturna, se richiesta, va regolata con un contratto diverso o con indennità specifiche.

Le 54 ore prevedono attività come cura della persona, pulizia degli ambienti, preparazione dei pasti, somministrazione di farmaci su indicazione medica e supporto alla deambulazione. Per attività aggiuntive o particolari (presenze notturne, richieste continuative, festività) sono previste maggiorazioni che influiscono sul costo finale.

La gestione dell’orario è importante perché consente di evitare straordinari non programmati. Molte famiglie definiscono una routine chiara per scandire assistenza, pause e riposi, mantenendo un equilibrio sostenibile sia per la badante sia per il datore di lavoro. Una pianificazione accurata aiuta anche a contenere i costi e a evitare contestazioni o errori nella busta paga.

Badante convivente: come calcolare la busta paga e quali costi aggiuntivi considerare?

La busta paga della badante convivente è composta da diversi elementi che stabiliscono il costo totale. Il primo è la retribuzione mensile, che cambia in base al livello contrattuale, poi ci sono i contributi INPS, calcolati sulle ore dichiarate. A questo si aggiungono tredicesima, ferie maturate, eventuali permessi, festività e indennità aggiuntive.

Un punto spesso trascurato riguarda il valore economico del vitto e alloggio, anche se forniti direttamente dalla famiglia, sono considerati un compenso e quindi entrano nel calcolo della contribuzione e questo incide sul costo totale, soprattutto nei rapporti lavorativi di lunga durata.

Le famiglie devono inoltre considerare spese indirette come eventuali sostituzioni della badante durante ferie o malattia, oppure consulenze per la gestione del contratto e della busta paga. Per questo il costo reale tende a essere più alto rispetto al semplice stipendio dichiarato, motivo per cui è utile fare una stima mensile completa prima dell’assunzione.

Quando conviene la badante h24?

La badante convivente è la soluzione ideale quando la persona assistita ha bisogno di supporto costante, ma non richiede un’assistenza sanitaria complessa. Garantisce presenza, continuità e un riferimento stabile, riducendo stress e solitudine per chi ha difficoltà a gestire la quotidianità.

Conviene soprattutto quando serve aiuto per igiene personale, preparazione pasti, mobilità, sorveglianza e compagnia. In questi casi, la convivenza permette di intervenire velocemente e di mantenere ritmi regolari nell’organizzazione delle giornate.

Non è invece la soluzione migliore quando l’assistenza richiesta supera le competenze di una badante, ad esempio nei casi che richiedono infermieri o operatori sanitari qualificati. Anche le famiglie che non possono garantire un ambiente idoneo alla convivenza potrebbero trovare più pratiche altre modalità di assistenza, come la badante non convivente o un servizio a ore.

Insomma, la scelta dipende sempre dal livello di autonomia della persona assistita, dalla continuità necessaria e dal budget disponibile.

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