Comprare una barca a vela significa molto più che firmare un assegno: è l’inizio di una relazione duratura con una creatura che, per quanto inanimata, ha esigenze continue nel tempo. Chi desidera calcolare i reali costi della barca a vela deve prendere in considerazione se la spesa complessiva è adeguata al proprio budget.
Costi barca a vela: il prezzo di partenza non è tutta la storia
Inevitabilmente, la prima domanda è quanto costa una barca a vela. Le cifre variano in base ad alcuni fattori, quali lunghezza, materiali, anno di costruzione e dotazioni.
Un piccolo cabinato di sette metri di seconda mano, ad esempio, può costare meno di un’utilitaria, intorno ai 20.000 euro, mentre un dodici metri recente, pronto a partire, difficilmente costerà meno di 100.000 euro.
Oltre i quindici metri le valutazioni partono da 150.000 euro e salgono verso il milione quando si parla di yacht di lusso.
Parecchi armatori scelgono l’usato perché, a parità di dimensioni, il prezzo si può ridurre anche del 50%, ma occorre un’accurata perizia per evitare che un affare si trasformi in un pozzo senza fondo di lavori non dichiarati.
Costi barca a vela da considerare: ormeggio e inverno a terra
Una volta varata, la barca chiede un indirizzo. In Italia la spesa per il posto barca varia enormemente da porto a porto: si va da 2.000 euro all’anno per un otto metri in un approdo “normale” del medio Tirreno a oltre 10.000 euro per un dodici metri ormeggiato in un marina glamour della Riviera.
Alcuni fortunati ottengono una concessione demaniale e pagano canoni vicini ai 600 euro, ma i posti sono limitati e le liste d’attesa lunghe.
D’inverno si apre il capitolo rimessaggio: tenere lo scafo a secco protegge la vetroresina e l’opera viva, ma questo comporta il noleggio di uno spazio e il costo di alaggio, varo e – per i velisti – disalberamento e rialberatura.
In un cantiere dell’Adriatico settentrionale un dieci metri spende in media 2.000 euro per sei mesi a terra. Riparare la barca in un capannone climatizzato raddoppia facilmente tale cifra.
Chi possiede un cortile o un capannone privato può abbattere questa voce investendo qualche migliaio di euro in carrello, invaso e telone, costi che si recuperano mediamente in due o tre stagioni.
Assicurazione, carburante, manutenzioni: le spese extra da non sottovalutare
La polizza di responsabilità civile obbligatoria è leggera: tra 60 e 300 euro l’anno per un cabinato medio. La copertura Corpi, che rimborsa danni alla propria barca, furto e eventi naturali è invece una scelta impegnativa: sotto i dodici metri il suo costo varia tra i 1.000 e i 2.500 euro, e aumenta se l’imbarcazione partecipa a regate o naviga fuori dal Mediterraneo.
Dal punto di vista del carburante, il motore ausiliario, seppur acceso per poco tempo, consuma: un cinquanta cavalli di un dieci metri brucia circa cinque litri l’ora. Quindi, in una stagione di crociere estive e week-end primaverili si superano facilmente i 400 euro di gasolio.
Per quanto concerne la manutenzione, ogni primavera lo scafo va carteggiato e ricoperto con antivegetativa: affidarsi al cantiere vale intorno ai 1.000 euro per un cabinato di taglia media, mentre con un po’ di manualità e una tuta di carta si può scendere a circa 150 euro, pagando solo la vernice.
Il tagliando del motore richiede altri 300 euro, mentre la revisione biennale della zattera di salvataggio arriva a 700 euro se si tratta di un modello oceanico. I razzi scadono ogni quattro anni e costano poco meno di 100 euro.
Piccoli guasti, come una pompa di sentina che smette di funzionare o un windex che sparisce in un temporale, aggiungono altre centinaia di euro non preventivate.
Come far quadrare i conti?
Governare le spese, però, è possibile. Molti armatori scelgono barche al di sotto dei nove metri perché tutto (posto barca, antivegetativa, assicurazione) pesa la metà. Altri privilegiano marine meno centrali, rinunciando a locali e passerella, ottenendo canoni più umani. Altri ancora diventano skipper della propria manutenzione, affrontando in prima persona carena, lucidatura e tagliandi semplici. C’è anche chi condivide la barca con un socio o la noleggia occasionalmente con skipper incluso.
Preparare il bilancio prima di salpare non serve a spegnere il sogno, ma a mantenerlo vivo. Una barca di dieci metri tenuta con cura, navigata con buon senso e gestita personalmente può costare tra 6.000 e 8.000 euro l’anno, mentre lo stesso scafo, ormeggiato in un porto esclusivo e affidato a professionisti per ogni dettaglio, supera facilmente i 15.000 euro.